Uno degli elementi fondamentali per sconfiggere le mafie consiste nella confisca di tutti i beni acquisiti mediante l’impiego di denaro frutto di attività illecite e nella loro successiva riassegnazione e utilizzazione per per finalità di carattere sociale e di pubblico interesse.
Oggi la prospettiva del riutilizzo sociale dei beni confiscati rappresenti un punto di svolta decisivo per consolidare il legame tra antimafia e territorio ma ancora troppo spesso il procedimento di confisca e la destinazione dei beni confiscati all’uso pubblico presentano difficoltà e ostacoli di carattere economico ed amministrativo.
Da queste premesse nasce la la proposta di legge a firma dell’on. Rosy Bindi – nata sulla base dell’approfondito esame svolto dalla Commissione Antimafia – che prevede di semplificare il procedimento di confisca, stanziare risorse per favorire la ripresa delle aziende sottratte alle mafie e potenziare le strutture amministrative di supporto.
E proprio su questa proposta di legge il 7 marzo, la CGIL ha organizzato a Roma un Presidio per chiedere l’approvazione immediata del Codice Antimafia, uno dei sei provvedimenti, da tempo all’esame delle Camere, di cui Avviso Pubblico, Libera, Legambiente, Cgil, Cisl e Uil hanno chiesto attraverso un Appello la tempestiva approvazione prima della fine della legislatura.
Avviso Pubblico auspica che “dal Parlamento emergano proposte concrete per la riforma del Codice Antimafia, della prescrizione, della tutela degli amministratori sotto tiro, dei testimoni di giustizia e per il riordino del settore dei giochi (dal quale i gruppi mafiosi ricavano ingenti profitti), come già accaduto con l’approvazione della legge istitutiva della Giornata nazionale della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie”.
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