COMUNICATO STAMPA
29 agosto 2024
Ristoranti, Assoutenti: su extra costi occulti troppa confusione che danneggia consumatori, serve un legge su trasparenza prezzi servizi nei pubblici esercizi
Perché alcune associazioni dei consumatori difendono ristoratori e non i cittadini? Trasparenza va garantita senza se e senza ma.
In tema di extra-costi occulti applicati da bar e ristoranti ai consumatori arriva oggi la replica durissima di Assoutenti all’influencer Massimiliano Dona (nonché presidente di una associazione dei consumatori) che è sceso in campo a difesa dei ristoratori definendo una “bufala” la richiesta di stabilire regole in difesa degli utenti. “È singolare che Massimiliano Dona decida di schierarsi a favore dei pubblici esercizi e non dei cittadini – afferma il Presidente Gabriele Melluso – Fanno ancora più sorridere poi le strampalate affermazioni di Dona perché dimostrano che non ha minimamente compreso il nocciolo della questione. La proposta di Assoutenti, è in primo luogo finalizzata a garantire trasparenza e correttezza ai consumatori che nei bar e nei ristoranti si ritrovano a volte addebitati costi nascosti e balzelli occulti non indicati da nessuna parte, e che devono invece essere espressamente resi noti ai clienti nei menu o nelle tabelle informative all’interno o all’esterno dei locali commerciali, anche quando riguardano un ulteriore piatto vuoto, lo sporzionamento di una torta o posate aggiuntive, mentre nel merito chiediamo una integrazione all’art. 14 del D.lgs. 114/98 che tratta della pubblicità dei prezzi e dei relativi obblighi di esposizione, in quanto nulla viene detto circa i “servizi aggiuntivi” come sporzionamento, piatti vuoti, divisioni porzioni, ecc. e proprio questo vuoto normativo andrebbe colmato facendo riferimento a “trasparenti servizi aggiuntivi” esplicitati in tabelle e menù e riconosciuti solo nel rispetto della congruità del relativo costo rispetto al prezzo del bene stesso”.
“Diffondere bufale e fake news, come quella che paragona un piatto fuori menu al balzello occulto imposto per portare a tavola un piatto vuoto o tagliare un tramezzino, crea confusione tra i consumatori e legittima i comportamenti scorretti di alcuni ristoratori, per fortuna ancora una minoranza.” – conclude Melluso.