Report Convegno “La contraffazione: il consumatore vittima o complice?”

1437

Roma, 3 febbraio 2011 – Scuderie di Palazzo Rispoli, Via di Fontanella Borghese 56/B Roma

 

Considerazioni principali emerse:

  • Dimensioni del fenomeno e trasversalità a tutti i settori del mercato (abbigliamento, alimentazione, giochi, farmaci, cosmetici, etc)
  • Conseguenze della contraffazione (evasione fiscale, lavoro nero, criminalità, etc)
  • Consapevolezza di un problema culturale: attenzione del consumatore al marchio piuttosto che al valore intrinseco del prodotto
  • Importanza dell’operato delle forze dell’ordine nella lotta alla contraffazione
  • Necessità di sensibilizzare il consumatore, spesso vittima inconsapevole, e di informarlo su diritti e tutela di cui gode
  • Urgenza di introdurre sistemi di controllo e tecnologie a tutela del consumatore (etichettatura, tracciabilità)
  • Necessità di un inasprimento delle sanzioni (responsabilità dei produttori e dei consumatori)
  • Esigenza di una normativa, nazionale e sovranazionale, più chiara ed efficace
Interventi:
Isabella Flajban, Direzione generale per la lotta alla contraffazione – U.I.B.M. del Ministero dello Sviluppo Economico
Presentazione della Campagna informativa “Io non voglio il falso” promossa dal Ministero dello Sviluppo Economico e dalle Associazioni dei Consumatori ACU, Adiconsum, Adoc, Assoutenti, Codici, Federconsumatori, Movimento consumatori, Movimento Difesa del cittadino. La Campagna si rivolge in particolare a 3 categorie di pubblici: casalinghe, pensionati, giovani.
Presentazione di alcune iniziative previste nell’ambito della Campagna (mostra dedicata al consumo in corso a Palazzo Rispoli fino al 6 febbraio 2011) e di alcuni strumenti di comunicazione finalizzati a sensibilizzare il consumatore sul tema della contraffazione (proiezione in sala del video istituzionale).
PIETRO GIORDANO, segretario nazionale ADICONSUM
L’ultimo Rapporto della Guardia di Finanza sul tema della contraffazione sottolinea – attraverso alcuni dati – le dimensioni gigantesche raggiunte dal fenomeno (rappresenta il 7% del commercio internazionale/cfr. dati OCSE), che si sviluppa attraverso un canale clandestino (mercato nero) ma anche attraverso canali commerciali regolari.
Il falso comporta 4 gravi conseguenze: a. rappresenta un illecito; b. contribuisce al dilagare della criminalità; c. concorre all’evasione fiscale; d. alimenta il lavoro nero.
La percezione comune della contraffazione è di una forma inoffensiva di delinquenza. Non vi è consapevolezza delle conseguenze devastanti che comporta.
Proposte/esigenze:
Esigenza di una chiara legislazione, non solo italiana, in termini di tracciabilità ed etichettatura
Efficacia di un Tavolo permanente di confronto tra Associazioni dei Consumatori, Associazioni imprenditoriali, Ministero dello Sviluppo Economico
Importanza di un’attività di sensibilizzazione dei cittadini/consumatori, troppo spesso disinformati
CARLO PILERI, presidente Adoc
Produzione: necessità di affrontare insieme alle aziende produttrici il problema della contraffazione, prevedendo criteri che tutelino sia le aziende sia i consumatori.
Vendita: i prodotti contraffatti vengono spesso venduti non in clandestinità ma alla luce del sole: pertanto anche il consumatore contribuisce al dilagare del fenomeno. E’ necessario inasprire le sanzioni e agevolare la Guardia di Finanza mettendola in condizioni di operare meglio.
Prezzi: la società dimostra – nell’acquisto di un prodotto contraffatto – di dare maggior valore al marchio piuttosto che al valore intrinseco del prodotto (Es. borse Vitton). C’è dunque un problema di “cultura” del consumatore che richiede un intenso lavoro di sensibilizzazione.
RITA BATTAGLIA, vicepresidente Federconsumatori nazionale
Il settore del tessile ha in Italia un enorme impatto in termini economici, produttivi e occupazionali. Pertanto la contraffazione provoca enormi danni collettivi (riciclaggio, evasione fiscale, etc) e sociali (si stimano 130.000 posti di lavoro persi a causa della contraffazione).
Cosa fare per Federconsumatori:
Etichettatura “made in”
Sanzioni più severe
Lavoro delle forze dell’ordine, punto di riferimento per la tutela dei cittadini
Istituzione di un’istituzione di riferimento (Es. Authority)
Collaborazione transfrontaliera tra le Autorità preposte
Informazione e sensibilizzazione dei cittadini/consumatori: un prodotto contraffatto non è un affare, ma un danno per la società civile.
ROSSELA MIRACAPILLO, segretario generale Movimento Consumatori
Il settore cosmetico rappresenta un mercato ampio e in espansione. Si registra nei consumi un aumento del 3,5% nonostante la crisi (2005/6.667 milioni di euro; 2007/8996 milioni di euro; 9.500 milioni di euro ipotizzati come consumo per il 2009).
L’impatto della contraffazione è altissimo perché per settore cosmetico si intende tutto quel panel di prodotti che “vengono a contatto con la pelle”.
Il consumatore è spesso vittima inconsapevole perché spesso il packaging dei prodotti contraffatti è identico a quello dei prodotti originali.
Al consumatore si raccomanda massima attenzione quando:
Il prezzo è troppo basso
Non compare l’etichetta con la specifica dei componenti
L’indicazione in etichetta è totalmente in lingua straniera (il Codice del consumo prevede che debba esserci una indicazione in lingua italiana)
IVANO GIACOMELLI, segretario nazionale CODICI
Quando si parla di danni alla salute dei prodotti contraffatti bisogna considerare che il tema è rilevante perché “la salute non è solo l’assenza di uno stato patologico, ma il benessere psicofisico della persona”.
Il consumatore è vittima inconsapevole nel caso in cui i prodotti contraffatti vengono venduti in luoghi deputati alla vendita, è invece complice se acquista ad es. su una bancarella.
In Italia non si hanno notizie di contraffazione di farmaci generici, ma solo sotto brevetto. Tuttavia nei Paesi in via di sviluppo si registra contraffazione anche dei farmaci salvavita.
Il fenomeno della contraffazione risulta incidere in particolare in 2 settori: sfera sessuale (viagra, etc), sfera sportiva (anabolizzanti, etc). il canale principale di smercio di questi 2 settori è internet, quindi di difficile identificazione.
In generali canali di smercio di farmaci contraffatti sono soprattutto porti e aeroporti
La molla principale è il costo del prodotto: in tal senso l’intervento delle forze dell’ordine non è sufficiente. Per trovare una soluzione è necessario intervenire sui sistemi di mercato.
SILVIA BIASOTTO, responsabile dipartimento sicurezza alimentare MDC (Movimento Difesa del Cittadino)
Nel settore alimentare, la contraffazione è lo spaccio di un bene di minor pregio per uno di maggiore qualità. Il consumatore quasi sempre è vittima, perché le etichette dei prodotti contraffatti sono identiche a quelle originali.
Dal Rapporto Italia a tavola (MDC, Legambiente, Nas, Ministero della Salute) si evince che nel 2009 sono stati ispezionati 62.000 prodotti, e di quelli sequestrati la metà riguarda vini di qualità.
All’estero rileva la questione dell’ “italian sounding” (prodotti contraffatti che hanno un nome che suona italiano). L’italianità rappresenta un vero e proprio strumento di marketing: è una garanzia ancor più dell’etichetta e della marca (Ricerca CENSIS)
Il Rapporto EURISPES 2011 – per il settore alimentare – ha stimato il valore della contraffazione in 62 miliardi di euro (2009), con maggior concentrazione in Stati Uniti e Canada.
Proposte/indicazioni:
Fare attenzione al prezzo del prodotto
Prevedere controlli e tecnologie a tutela (Banca Dati multimediale Falstaff)
Introdurre una normativa adeguata (La legge “sviluppo” del 2009 ha introdotto il reato di contraffazione, il Decreto Ronchi ha dato il suo contributo, il 18 gennaio è stata approvata la legge di etichettatura, che rende obbligatoria l’indicazione di origine in etichetta
Un problema considerevole è dato dagli accordi internazionali. E’ stato recentemente firmato l’accordo ACTA (Anti-Counterfeiting Trade Agreement) ma sono esclusi i prodotti DOP e IGP, e questa esclusione rappresenta evidentemente un fallimento a livello europeo.
Si è costituita una task force del Ministero dello Sviluppo Economico – insieme a Esteri e Politiche Agricole – sulla questione dell’italian sounding. Partirà prossimamente una Campagna di comunicazione in Canada per sensibilizzare il consumatore autoctono sulla differenza qualitativa tra un prodotto contraffatto e l’originale.
GIACOMO TOSI, responsabile ACU Lazio
In tema di tutele legali e prassi giurisprudenziali a favore dei consumatori, questi ultimi testimoniano in generale una non consapevolezza dei propri diritti.
Il Codice del Consumo ha svolto un ruolo importante perché ha iniziato quest’opera di sensibilizzazione del consumatore, la giurisprudenza ha recepito il codice e lo ha valorizzato.
Il consumatore non ha conoscenza dei diritti e della tutela di cui gode (principio dell’affidamento) e non ha fiducia nelle Istituzioni. E’ necessario lavorare in queste 2 direzioni perché solo se informato e indirizzato il consumatore avrà la possibilità di difendersi e prevenire la contraffazione.
MARIO FINZI, presidente Assoutenti
Il sondaggio diretto sui consumatori promosso da Assoutenti (l’analisi dei dati non è ancora terminata) dà una testimonianza del danno nazionale che si verifica con la contraffazione.
Condotto su un campione rappresentativo della realtà nazionale, il sondaggio si è avvalso di una fase pre-test che ha generato un risultato sorprendente: “apparentemente in Italia nessuno compra prodotti contraffatti”. E’ stato necessario ritarare le domande così da evitare termini troppo ampi come contraffazione; formulare i quesiti in maniera da non generare nell’intervistato paura nel rispondere; rivolgere domande specifiche che richiamassero la memorabilità rispetto all’acquisto di singoli prodotti contraffatti.
Non si può parlare di inconsapevolezza del consumatore: esiste piuttosto un diverso grado di valutazione della questione rispetto ai prodotti. Il alcuni casi il consumatore si assume il rischio, in altri non collude perché non accetta quella categoria di prodotti contraffatti.