Nessuno E-scluso? In Italia va colmato il gap delle competenze digitali

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Una delle ragioni che più ci ha spinti a dar vita al progetto Nessuno E-scluso Tecnologia Disabilità – Povertà è stata la consapevolezza del grande gap esistente nel nostro paese in fatto di competenze digitali. I dati OCSE 2019 (si aspettano in primavera quelli del 2020) fotografano l’Italia al terzultimo posto tra i 29 paesi esaminati per la capacità dei cittadini nell’utilizzare le nuove tecnologie: un dato preoccupante che incide naturalmente sull’effettiva possibilità delle persone di accedere a molti servizi.

Un servizio mail dedicato per aiutare i cittadini

Siamo nell’era dell’Intelligenza Artificiale. E anche della robotica, della realtà aumentata, dei Big Data e del 5G. Insomma, siamo a tutti gli effetti nell’era della digitalizzazione e nei prossimi anni il processo potrà solo intensificarsi. Le nuove tecnologie hanno un impatto crescente sulle attività quotidiane, sul mondo del lavoro e dei servizi, sulle professionalità del futuro. Per poter vivere e lavorare occorre sempre di più saper ‘conversare’ con la tecnologia… ma in Italia sono in tanti a sentirsi “esclusi” da queste opportunità. La tecnologia anzi diventa spesso un ostacolo per chi non sa maneggiarla.

E’ avendo questo in mente che abbiamo attivato un servizio mail dedicato attraverso l’indirizzo [email protected]: ci apriamo alle domande di tutti coloro che desiderano capire come accedere ai servizi digitali delle aziende di servizi e della pubblica amministrazione, raccogliamo le segnalazioni sulle maggiori difficoltà incontrate dai cittadini, ci mettiamo al loro fianco per  aumentare – passo dopo passo – la loro confidenza con il web.

Italia tra gli ultimi in Europa per competenze digitali

A maggio 2019, l’ Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) ha fornito attraverso la relazione Skills Outlook 2019 un quadro preoccupante per il nostro paese: “La popolazione italiana non possiede le competenze di base necessarie per prosperare in un mondo digitale, sia in società sia sul posto di lavoro”.

La relazione contiene dati relativi alla valutazione delle competenze digitali dei cittadini di 29 paesi europei: l’Italia occupa la terzultima posizione tra i paesi esaminati, seguita solo da Turchia e Cile.

Dati sconfortanti, quindi: solo il 36% è in grado di utilizzare Internet in maniera complessa e specifica e – più in generale – solo il 21% della popolazione di età compresa tra i 16 e i 65 anni possiede un buon livello di alfabetizzazione e capacità di calcolo (ovvero raggiunge almeno un punteggio pari a 3 nei test di alfabetizzazione e calcolo PIAAC).

Il PIAAC – Programma Internazionale per la Valutazione delle Competenze degli Adulti

Il PIAAC (acronimo di Programme for the International Assessment of Adult Competencies) è stato ideato dall’OCSE nel 2011 e consiste in un questionario e una serie di test cognitivi che vengono somministrati in un’intervista di circa un’ora e mezza, compilati a computer in maniera assolutamente anonima.

L’ obbiettivo principale del questionario è quello di indagare le condizioni socio-anagrafiche della persona, il suo percorso di studi e la formazione avuta durante l’attività lavorativa, la sua storia occupazionale e professionale, ma anche aspetti più personali, come il background familiare attuale e di origine e gli atteggiamenti sociali.

I test cognitivi invece hanno come scopo la misurazione delle abilità nella lettura e nella comprensione dei testi, delle conoscenze matematiche e della capacità di risoluzione dei problemi in ambienti digitalmente avanzati.

La situazione europea

In fondo alla classifica dell’OCSE non siamo soli. Sono infatti solo sei i paesi a crescere in termini di capacità digitali: Belgio, Svezia, Danimarca, Finlandia, Norvegia e Paesi Bassi. Tutti gli altri, arrancano. Chi più chi meno. Un dato che non diminuisce la nostra preoccupazione, ma mette ancora più l’accento sull’urgenza di impegnarsi per far sì che la tecnologia sia in modo crescente un fattore di inclusione e non di esclusione.