LA TUTELA DEI CONSUMATORI AI TEMPI DELLA CRISI

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 Il punto di vista del Presidente dell’Autorità per la concorrenza ed il mercato

 Il rafforzamento della tutela dei consumatori è tra gli obiettivi indicati nell’’agenda possibile’ sui temi economici consegnata al Presidente della Repubblica dal gruppo dei ‘saggi’ di cui ho avuto l’onore di fare parte. Non si tratta di un’indicazione puramente formale ma di una scelta convinta dettata dall’urgenza della crisi: ai cittadini occorre offrire la certezza di muoversi in un mercato dove le regole vengono rispettate e i diritti si possono fare valere. Sottolineare l’esigenza di una valorizzazione delle associazioni dei consumatori ha questo obiettivo ed è funzionale a ricreare il necessario clima di fiducia soprattutto nelle classi più fragili.

Sta alla politica, tornata finalmente a svolgere il proprio ruolo con l’insediamento del nuovo Governo, decidere cosa recepire di quel documento. Tuttavia l’Antitrust continuerà a fare la sua parte nei settori di propria competenza.

Ogni mese arrivano a Piazza Verdi, sede dell’Autorità, centinaia di segnalazioni tra le quali dobbiamo necessariamente scegliere per non disperdere gli sforzi. Nelle linee strategiche per il 2013 in materie di pratiche commerciali scorrette abbiamo dunque deciso di mettere la tutela dei soggetti più deboli in cima alla lista delle priorità. Gli uffici si sono mossi, e continueranno a farlo, con un’attenzione particolare a quei casi che creano maggior danno e più alto allarme sociale. Rientrano nelle priorità  il commercio elettronico, le false offerte di lavoro, le promesse illusorie di ristrutturazione dei debiti, le richieste di crediti inesigibili. Tutti fenomeni che si stanno allargando a macchia d’olio e vanno colpire proprio le famiglie che già faticano ad arrivare a fine mese.

Stiamo consolidando l’impegno già profuso nel 2012 nel commercio elettronico che è

una leva formidabile di sviluppo economico, può consentire acquisti a prezzi ridotti, aumentare il volume delle vendite ma non deve essere una giungla: i diritti di garanzia e di recesso vanno dunque sempre garantiti. Sono già stati chiusi, grazie anche all’ausilio del Nucleo Speciale Tutela Mercati della Guardia di Finanza, 4 siti che non erano in regole con la normativa del Codice del Consumo: merci che non erano nella disponibilità del venditore che consegnava quindi prodotti diversi, rendendo poi difficile la restituzione e l’esercizio del diritto di recesso; farmaci pericolosi di cui è vietata la vendita; ‘griffe’ contraffatte vendute sui siti cloni delle grandi marche.

In questi mesi gli uffici stanno monitorando i siti in odore di irregolarità: prima si tenterà la moral suasion ma se le aziende non volessero sentirci scatteranno le istruttorie che adesso possono chiudersi con multe fino a 5 milioni di euro. L’operazione di ‘bonifica’ sarà trasversale: lotta alla contraffazione (perché se il cliente si fida del marchio e il marchio è falso, spende soldi che altrimenti non avrebbe sborsato); verifica e controllo dell’informazione pubblicitaria propedeutica alla sottoscrizione di abbonamenti e servizi dai siti dei principali operatori di televisione e telefonia; siti per l’acquisto di apparecchiature per telecomunicazioni;  offerte di servizi bancari e assicurativi; vendita on line di integratori dimagranti e farmaci contraffatti; agenzie viaggio online e biglietti per i mezzi di trasporto, giochi online.

Siamo intenzionati a tenere gli occhi aperti anche sull’e-couponing, vale a dire l’acquisto di un coupon per usufruire a prezzi scontati di un determinato servizio o per l’acquisto di un certo bene entro un certo periodo di tempo: per molti consumatori oggi comprare così è l’unico modo per non vedere scivolare drammaticamente il loro tenore di vita. Per questo non possiamo tollerare informazioni ambigue od offerte poco corrette. Abbiamo già fatto un po’ di trasparenza: Groupalia, uno dei grandi operatori del comparto, per evitare la multa ha presentato impegni vincolanti a favore della clientela.

Anche i siti di comparazione dei prezzi, tanto cliccati da chi cerca l’offerta migliore, saranno controllati per capire se offrono informazioni corrette ma soprattutto per verificare che si tratti di siti ‘neutrali’, vale a dire non controllati da società del settore.

Ci sono altri due fenomeni in espansione che destano molta preoccupazione: agenzie che promettono l’abbattimento dei debiti, società di recupero crediti che mandano notifiche per crediti inesigibili. Il primo colpisce i più deboli: famiglie indebitate che non riescono a pagare il mutuo, piccole imprese che cercano di ridurre i propri debiti con il fisco. Il fenomeno è tale che tra i segnalanti c’è anche Equitalia che si è mossa sulla scia dei primi provvedimenti sanzionatori adottati dall’Antitrust per avvertire i contribuenti: tutte le attivita' di riscossione sono regolate dalla legge, non esistono formule magiche per cancellare il proprio debito con il fisco. Equitalia puo' però rateizzare i pagamenti e mette a disposizione sportelli su tutto il territorio e in ogni capoluogo dove i cittadini possono rivolgersi per avere informazioni e assistenza.

Il secondo fenomeno, sul quale l’Antitrust è già intervenuto sanzionando due società, ha come protagonisti imprese di recupero crediti che inoltrano atti di citazione presso sedi di Giudici di Pace territorialmente incompetenti, per intimorire i cittadini e spingerli al pagamento di crediti, presumibilmente prescritti o di dubbia esigibilità. Chi può paga per evitare ulteriori seccature, chi è in difficoltà ha un motivo di ansia (infondato) in più.

Infine l’inganno più odioso: le false offerte di lavoro in un Paese dove il lavoro non c’è. Il meccanismo è collaudato, più volte sanzionato dall’Antitrust, e si ripete con una sorta di ‘mordi e fuggi’ territoriale: l’annuncio sul giornale o attraverso il passa parola promette un facile lavoretto a domicilio o la vendita agli amici di un prodotto sconosciuto dalle caratteristiche sensazionali, con la possibilità di guadagni fino a 1.500 euro. Il disoccupato risponde e gli viene recapitato il ‘pacco’ a pagamento che di volta in volta varia: materiale da assemblare, indirizzi da scrivere su buste, integratori o prodotti cosmetici da rivendere, per creare una specie di catena di Sant’Antonio all’infinito. Per il pacco si paga, per il lavoro svolto spesso non si riceve nulla.

Questa è l’agenda dell’Antitrust. Agenda flessibile, pronta a essere riadattata se dovessero emergere altre aree di sofferenza.

Entro l’anno dovrebbe inoltre entrare in vigore la nuova direttiva europea sui diritti dei consumatori. E’ una chance formidabile che investe in particolare il commercio a distanza: con regole chiare sarà più facile per le piccole e medie imprese presentare le loro offerte in un mercato ampio, come quello europeo, dove i consumatori navigheranno sicuri di avere le norme dalla loro parte. La fiducia diventerà spinta di quella crescita di cui l’Europa, e l’Italia in particolare, hanno tanto bisogno.

Solo qualche esempio per capire la portata della direttiva: verrà ampliato a 14 giorni il periodo per il diritto di ripensamento e se il venditore non informerà chiaramente il cliente sul diritto di recesso, la durata del periodo di ripensamento sarà estesa a un anno. Per facilitare i consumatori ci sarà un formulario di recesso standard per l’intera Unione Europea e un nucleo di norme comuni renderà più agevoli gli scambi in tutta Europa. Saranno comuni alcune norme fondamentali per i contratti a distanza (vendite per telefono, per corrispondenza o via Internet) e per i contratti conclusi nell’Unione Europea al di fuori di punti vendita (vendite fuori dalla sede della società, a esempio per strada o a domicilio) nell'Unione europea, che creino eque condizioni di concorrenza e riducano i costi delle operazioni per i commercianti transfrontalieri, specialmente nel caso delle vendite via Internet.

Alcune delle novità che entreranno in vigore entro fine anno o, preferibilmente, come suggerito nel documento dei ‘Saggi’, anche prima, sono già state anticipate dalle decisioni dell’Antitrust. Si pensi all’eliminazione delle caselle preselezionate sui siti web. Quando ad esempio si acquista un biglietto aereo, è possibile che vengano offerte ai consumatori opzioni supplementari, quali assicurazioni viaggio o noleggi auto. Tali servizi supplementari possono essere offerti mediante caselle preselezionate e attualmente i consumatori sono spesso costretti a deselezionare queste caselle se non desiderano i servizi supplementari. Con la nuova direttiva, le caselle preselezionate saranno vietate in tutta l’Unione europea.  

E’ il caso, ancora, della maggiore trasparenza dei prezzi che l’Antitrust italiana, con un lavoro paziente e continuo, è riuscito a ottenere dalle compagnie aeree: con la direttiva tutti i venditori dovranno indicare chiaramente il costo totale del prodotto o servizio, incluso qualunque addebito supplementare. Gli acquirenti on-line non dovranno pagare addebiti o altri costi se non ne sono stati adeguatamente informati prima dell’effettuazione dell’ordine. Credo possa essere motivo di orgoglio per l’Autorità che presiedo avere anticipato le linee europee con un’interpretazione intelligente del Codice del Consumo, ispirata al ‘favor’ nei confronti dei consumatori.

C’è ancora molto da fare per tutelare al meglio i cittadini che si affacciano sul mercato: occorre, come suggerito nel documento consegnato al Presidente della Repubblica, un miglioramento della disciplina della class action in modo tale da renderne più agevole l’esercizio. E’ necessario valorizzare il ruolo delle associazioni di tutela dei consumatori. Il loro contributo all’azione dell’Autorità è prezioso e imprescindibile: rappresentano quel presidio territoriale essenziale per individuare le pratiche più odiose, sono orecchie sensibili alle denunce dei più deboli, in grado di investirci con le loro segnalazioni. La scelta di istituire un canale diretto con le associazioni, con incontri periodici, è la dimostrazione evidente che senza le associazioni non si può andare lontano. Grazie a loro l’Italia ha recuperato un ritardo storico e ora può, a pieno titolo, essere considerato un Paese all’avanguardia nella tutela dei consumatori. E’ un riconoscimento che ci viene dall’Europa per i tanti casi conclusi con successo. E’ la dimostrazione che insieme, unendo forze, impegno e intelligenze, la nostra Nazione può essere un esempio virtuoso e non un veicolo di infezione.

3 maggio 2013                                          Prof. Giovanni Pitruzzella