L’Antitrust sanziona Repower, EGL e Tirreno Power
Nell’ottobre del 2010 l’Autorità ha aperto un’istruttoria nei confronti delle società EGL Italia, Repower Italia e Tirreno Power per verificare l’esistenza, almeno tra l’aprile e l’agosto 2010, di un’intesa volta a mantenere alti i prezzi offerti per i servizi di dispacciamento dell’energia elettrica nella zona Centro-Sud.
Dagli accertamenti svolti è emerso che alle tre società appartengono le centrali di Sparanise, Teverola e Napoli Levante, che fanno parte di un cluster di impianti necessari al gestore della rete di trasmissione Terna per il mantenimento della tensione sulla rete in Campania nelle ore di basso carico e, in particolare, nei giorni festivi. Tali società rappresentano il 100% dell’offerta nel mercato rilevante costituito dal servizio di accensione al minimo tecnico richiesto da Terna nei giorni festivi agli impianti che servono la Campania, al fine di mantenere, nei periodi di basso carico, il livello di tensione necessario per il funzionamento della rete.
In particolare, l’Autorità ha contestato alle società di essersi ripartite, in quanto uniche fornitrici del servizio oggetto dell’intesa, gli avviamenti a programma sul mercato dei servizi di dispacciamento ex-ante nei giorni festivi, attraverso l’adesione ad un insieme di regole per la formulazione delle offerte. In particolare, le imprese avrebbero assunto comportamenti volti ad assicurare la turnazione degli avviamenti dei loro impianti sulla base di cicli di tre giorni festivi. L’intesa è stata realizzata a fronte della necessità di Terna di avere una unità del gruppo di impianti campani in servizio per risolvere i problemi di tensione che affliggono l’area nei giorni festivi: un’esigenza che rendeva stabile la domanda di servizi di accensione al minimo tecnico.
L’attuazione dell’intesa avrebbe prodotto, secondo l’Autorità, prezzi mediamente più elevati del 16% rispetto al prezzo variabile riconosciuto dalle norme di regolazione vigenti all’epoca ed un aggravio della spesa sostenuta da Terna per l’acquisto dei servizi di dispacciamento pari a oltre 900.000 euro e, di conseguenza, un aumento del prezzo pagato da tutti i consumatori nazionali di energia elettrica.
19 giugno 2012