Inflazione per classi di spesa delle famiglie

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Il 10 maggio 2013 Istat ha presentato un nuovo indice per misurare l'inflazione. Quindi da oggi sarà possibile avere a disposizione oltre agli indici già esistenti – per l'intera collettività (NIC) e per le famiglie di operai e impiegati (FOI) – un indice per classi di spesa delle famiglie. Si tratta della misura dell'impatto che l'aumento dei prezzi al consumo provoca sulle famiglie italiane suddivise in gruppi definiti in base al livello della spesa complessiva.

Il lavoro molto complesso – e che non ha un regolamento europeo cui ispirarsi – è stato avviato da Istat (in modo del tutto originale) per provare a colmare la lacuna che si era aperta tempo addietro in Italia con la polemica tra inflazione misurata e inflazione percepita. La possibilità di giungere ad un esito positivo per questa impresa non era affatto scontata, ma si è proceduto da parte di Istat a testare la possibilità di lavorare sulle qualità dei grandi archivi attinenti alla questione: Bilanci delle famiglie, Spesa per tipo di bene e Prezzi al consumo di beni e servizi. Da questo lavoro di logica e di compatibilità di metodologie è scaturito il nuovo indice.
L'indice nuovo verrà pubblicato ogni sei mesi ed è da considerare un punto di svolta nell'approccio alla comprensione del fenomeno inflazione nei riguardi dell'intera popolazione.
Nella procedura individuata e scelta, la popolazione italiana viene suddivisa in 5 gruppi ordinando tutte le famiglie per ampiezza del nucleo familiare e per relativi livelli di spesa. Dividendo, poi, l'insieme delle famiglie, in cinque classi di pari numero di famiglie (quintili) in modo che nel primo quintile siano presenti le famiglie con la spesa mensile più bassa e nell'ultimo quelle con la spesa più alta.
Per ognuno dei quintili si è stimata una specifica struttura della spesa per tipo di bene e servizio in modo da poter aggregare gli indici dei prezzi al consumo dei diversi prodotti.
Le operazioni pertanto sono state nell'ordine quelle di 1) suddividere le famiglie distinguendole per dimensione 2) correlare ogni gruppo di famiglie con i livelli di spesa mensile 3) individuare la struttura della spesa per tipo di bene o servizio per aggregare gli indici dei prezzi al consumo.
Possiamo dire, pur con tutte le cautele, che si è fatto un salto di qualità nella soddisfazione dei fabbisogni di informazione economica e sociale osservando la struttura sociale esistente e procedendo ad un lavoro statistico di individuazione di gruppi ed aggregazione.
A scanso di equivoci sarà bene ricordare che questa indagine non attiene al reddito delle famiglie, ma ai consumi delle famiglie e quindi eventuali modi di dire che si potranno verificare tipo "si sta misurando l'inflazione dei poveri" non sono pertinenti né adeguati.
A questo punto, dopo il primo comunicato, da salutare positivamente, si tratterà di aspettare le successive uscite per fare valutazioni più ponderate sull'attendibilità del nuovo indice e della sua capacità di dare risposte più probanti sull'andamento dell'inflazione.
 
Dott. Carlo Catena