I ritardi ingiustificati nella chiusura di un conto corrente bancario: il caso Cariparma

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L’Antitrust ha considerato scorretto il comportamento della banca nel periodo settembre 2007- dicembre 2009

 

Il 7 luglio 2010 l’Antitrust ha esaminato le segnalazioni di alcuni clienti della Cassa di risparmio di Parma e Piacenza – Cariparma (uno dei più importanti operatori nel settore creditizio) i quali lamentavano gli ostacoli ed i ritardi con i quali la banca dava corso alla loro richiesta di chiusura del conto corrente.

Dalla verifica effettuata dall’Agcm è emerso che i tempi medi di chiusura dei conti correnti erano molto più lunghi rispetto ad altri istituti bancari e che la Cariparma non informava l’utente degli eventuali ostacoli alla chiusura del conto (ad esempio, l'esistenza di un saldo negativo, la mancata restituzione di assegni e carte di credito etc), se non a seguito di un ricorso formale dell’utente. Inoltre, continuavano ad essere addebitate le spese di gestione del conto, con la conseguenza paradossale, in alcuni casi, che gli addebiti ulteriori determinavano un saldo negativo (ostacolo alla chiusura del conto stesso).

Secondo l’Autority, la Cariparma non ha messo in atto le misure necessarie a ridurre i tempi lunghi delle operazioni di chiusura pur essendo consapevole della lentezza delle procedure e delle ripetute segnalazioni dei propri clienti.

Inoltre la Cariparma non ha realizzato in modo adeguato il monitoraggio sui tempi di estinzione dei c.c. previsto dal Consorzio Patti chiari al fine di assicurare una maggiore trasparenza nei rapporti banca – cliente.

In conclusione, l’Autority ha pertanto applicato una sanzione di 350.000 euro 1.

 

27 luglio 2010



1 Vedi il procedimento PS2624, provvedimento n. 21321, pubblicato sul Bollettino n. 27 del 2010 dell’Agcm.