L’Antitrust sanziona due società per pratica commerciale scorretta
Il 9 dicembre 2012 l’Autorità garante della concorrenza ha esaminato le segnalazioni di numerosi cittadini ed associazioni dei consumatori in merito all’attività svolta per circa 1 anno, tra il 2011 ed il 2012, da Agenzia Debiti (società che operava nel settore delle consulenze concernenti debiti e crediti), in collaborazione con la B&P (che gestiva il call center utilizzato per i contatti con i clienti) 1.
La campagna promozionale (effettuata tramite internet, organi di stampa e sms) era incentrata su una serie di messaggi molto accattivanti tesi a prospettare soluzioni rapide ed efficaci per coloro che avessero debiti nei confronti di privati (ad esempio per il pagamento delle rate dei mutui) o delle pubbliche amministrazioni (ad esempio il Fisco): “Sistemi Legali per NON PAGARE i Debiti quando Non riesci a Pagare!….. Pieno di Debiti? I nostri avvocati possono Aiutarti! Sconto fino al 70% sui prestiti che fatichi a restituire a Banche/Finanziarie: chiama ora 800948020, consulenza gratuita telefonica!”
L’Antitrust ha contestato diversi aspetti della condotta delle due società:
– abilitazione: Agenzia debiti non era in possesso di licenza per l'esercizio di un'agenzia d'affari, come prescrive invece la legge 2 né aveva presentato una SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività);
– messaggi ingannevoli: venivano fornite informazioni false o inesatte o incomplete sui servizi forniti, sui risultati ottenibili e sui costi da sostenere. L’assistenza “gratuita” fornita telefonicamente dalla B&F si concretizzava in informazioni generiche e spesso fuorvianti sulle possibili azioni legali da intraprendere; nella sostanza, era un modo per ottenere il consenso all’invio di un pacco, contenente moduli e dichiarazioni da sottoscrivere, a cura esclusiva del cliente, al prezzo di 390 euro. Anche negli script utilizzati dagli addetti al call center il tema dei costi per il reale servizio fornito dall’Agenzia Debiti era accuratamente omesso e le istruzioni fornite al personale erano di dare risposte del tutto evasive. Ugualmente, nei successivi documenti contrattuali si evitava di fornire informazioni sulle spese da affrontare per le diverse pratiche, lasciando così intendere che la somma di 390 euro già versata fosse sufficiente a coprire tutte le spese. Di fronte alla richiesta dell’Autorità di fornire la documentazione attestante le forme di assistenza legale personalizzata garantite agli utenti, la società si è limitata ad affermare che la consulenza veniva svolta prevalentemente sulla base di uno scambio di commenti telefonici e di non poter pertanto produrre alcuna documentazione al riguardo. Sotto accusa anche le soluzioni legali standard prospettate telefonicamente, che si appalesano del tutto inadeguate per risolvere il contenzioso sia con i privati che con il Fisco; tra l’altro non si informano i consumatori dei rischi che possono derivare dalle pratiche di rinvio suggerite, ivi inclusa l’azione sul patrimonio del debitore per far valere crediti legittimi.
– recesso: le società fornivano informazioni carenti sul diritto del cliente di interrompere il rapporto contrattuale.
L’Agcm, in conclusione, ha applicato sanzioni complessive per 300.000 euro, ridotte alla metà per tener conto del fatto che del fatto che nel corso del 2012 entrambe le società sono fallite.
7 gennaio 2012