Cos’è Overtourism: sfide, opportunità e futuro del turismo sostenibile

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Iniziativa finanziata dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT) ai sensi del D.M. 6/5/2022 art. 5.

L’Italia, con il suo straordinario patrimonio culturale e naturale, è da sempre una delle mete più ambite al mondo. Tuttavia, l’afflusso eccessivo di turisti concentrato in poche località sta trasformando questo successo in una minaccia: il fenomeno dell’overtourism. Questo termine, che indica il sovraffollamento turistico, non si limita a compromettere la qualità dell’esperienza per i visitatori, ma ha conseguenze profonde sul patrimonio culturale, sull’ambiente e sulla qualità della vita delle comunità locali. Negli ultimi anni, il dibattito sull’overtourism ha assunto una rilevanza globale, spingendo esperti, amministrazioni e viaggiatori a riflettere su come bilanciare le esigenze economiche con quelle di conservazione.

Per rendere la tua esperienza di viaggio più consapevole e piacevole, questa guida ti fornirà una panoramica approfondita sulle cause e conseguenze del turismo di massa e soprattutto, ti proporrà soluzioni pratiche per affrontare questa problematica. Insieme vedremo:

  • L’impatto dell’overtourism sul patrimonio culturale e ambientale
  • Le tensioni sociali ed economiche che emergono nei territori più visitati
  • Strategie per distribuire meglio i flussi turistici
  • Il ruolo dell’educazione e della sensibilizzazione dei viaggiatori
  • Come alcune organizzazioni stanno promuovendo un turismo sostenibile

Prima di proseguire, vogliamo sottolineare che viaggiare in modo responsabile richiede consapevolezza e rispetto per le destinazioni visitate. Assoutenti insieme a enti e associazioni che lavorano per la tutela del patrimonio culturale e naturale, vuole trasformare l’overtourism in un’opportunità per un futuro sostenibile.

  1. Origini e cause dell’overtourism

Il termine “overtourism” è stato coniato per descrivere una realtà in cui il numero di visitatori supera la capacità di accoglienza di una destinazione, creando tensioni sociali, degrado ambientale e perdita di autenticità culturale. Il fenomeno è emerso con l’avvento dei voli low-cost, della diffusione degli affitti brevi e della crescente popolarità dei social media, che spingono milioni di persone verso le stesse iconiche località.

Un esempio emblematico è la città di Venezia, dove la popolazione residente è diminuita drasticamente, passando dai 174.808 abitanti del 1951 ai soli 49.129 del 2023, mentre il numero di visitatori ha raggiunto cifre insostenibili. Secondo i dati più recenti, il 70% dei turisti in Italia si concentra sull’1% del territorio, lasciando vaste aree del paese quasi inesplorate. Questa concentrazione è alimentata anche da una narrazione turistica che esalta poche destinazioni “must-see” a discapito di altre altrettanto ricche di fascino.

La pandemia ha temporaneamente ridotto il numero di turisti, ma ha anche reso evidente quanto le economie locali siano dipendenti da un turismo mal distribuito. Oggi, con la ripresa dei flussi globali, il rischio di tornare agli eccessi del passato è più concreto che mai, soprattutto in assenza di strategie preventive efficaci.

 

  1. Conseguenze dell’overtourism

L’overtourism non si limita a essere un problema di sovraffollamento: esso genera impatti concreti e spesso irreversibili sul patrimonio culturale, sull’ambiente e sulla vita delle comunità. Analizziamo in dettaglio ciascuna di queste dimensioni, per comprendere la gravità della situazione e l’urgenza di interventi mirati.

●       Il peso sul patrimonio culturale: Le città d’arte italiane sono tra le più visitate al mondo ma il turismo di massa le sta trasformando in attrazioni artificiali, compromettendo la loro autenticità. Firenze, ad esempio, ospita ogni anno milioni di turisti che si concentrano nel centro storico. Questo comporta non solo un degrado strutturale degli edifici storici ma anche una perdita della quotidianità dei residenti, sempre più spinti a lasciare le loro abitazioni. Anche i siti archeologici soffrono di questa pressione. Pompei, con milioni di visitatori all’anno, rischia di vedere compromessa la sua conservazione a causa del continuo calpestio e dell’usura.

Un esempio virtuoso è rappresentato dal progetto di gestione dei flussi a Venezia, dove sono stati introdotti sistemi di prenotazione per regolare l’accesso al centro storico e preservarne la vivibilità. Allo stesso tempo, campagne di sensibilizzazione mirano a educare i visitatori sul rispetto del patrimonio locale, con il coinvolgimento diretto di guide e associazioni culturali locali.

●       Degrado ambientale: L’ambiente è tra le prime vittime dell’overtourism. Le Cinque Terre sono un esempio lampante di come l’afflusso incontrollato di turisti possa mettere in pericolo un delicato ecosistema. Sentieri sovraffollati, rifiuti abbandonati e consumo eccessivo di risorse naturali sono problemi ricorrenti. Per rispondere a queste criticità, il Parco Nazionale delle Cinque Terre ha implementato un sistema di contingentamento degli accessi, accompagnato da una campagna di educazione ambientale per i visitatori.

Anche le aree costiere italiane subiscono l’impatto del turismo di massa. La crescita del traffico marittimo, soprattutto legata alle grandi navi da crociera, è tra le principali cause di inquinamento marino. Alcune città, come Venezia, hanno limitato l’accesso delle grandi navi alla laguna, un passo importante verso un turismo più sostenibile.

●       Tensioni sociali ed economiche: Sul fronte sociale, l’overtourism ha generato un fenomeno sempre più diffuso: la turismofobia. Il termine nasce a Barcellona, intorno al 2017. Si riferisce alla crescente ostilità delle popolazioni locali nei confronti dei turisti, visti non più come una risorsa economica ma come una minaccia al benessere e alla qualità della vita quotidiana. La desertificazione residenziale nei centri storici, la chiusura delle botteghe artigianali sostituite da negozi di souvenir e l’aumento del costo della vita sono solo alcune delle cause del crescente malcontento.

In risposta, alcune amministrazioni locali stanno introducendo incentivi per i residenti che scelgono di rimanere nei centri storici, oltre a regolamenti più stringenti sugli affitti brevi. Questo approccio mira a bilanciare le esigenze del turismo con quelle delle comunità locali, creando un modello più sostenibile di sviluppo urbano.

  1. Strategie per affrontare l’overtourism

Nel corso degli anni, sono stati elaborati diversi approcci per affrontare l’overtourism. Attraverso la promozione di destinazioni alternative, regolamentazioni e contingentamenti è possibile bilanciare le esigenze dei visitatori e delle comunità locali, promuovendo un turismo più sostenibile e responsabile.

●       Promozione di destinazioni alternative: L’Italia possiede un patrimonio culturale e naturale diffuso che spesso resta inesplorato. Campagne di promozione del territorio come il progetto “Salude & Trigu” in Sardegna, hanno dimostrato che incentivare i turisti a visitare borghi meno noti può ridurre significativamente la pressione sulle mete più popolari, depolarizzando i flussi turistici dalla costa all’entroterra. Analogamente, la Regione Marche ha registrato un aumento delle presenze turistiche grazie alla valorizzazione dei suoi borghi attraverso narrazioni digitali mirate. Progetti come quelli sostenuti da Slow Food, che promuove itinerari enogastronomici nelle aree rurali italiane, rappresentano un ulteriore esempio di come sia possibile valorizzare destinazioni meno note, incentivando al contempo un turismo più consapevole.

●       Incentivare la destagionalizzazione: Viaggiare fuori stagione non è solo una soluzione pratica per ridurre il sovraffollamento, ma anche un’opportunità per valorizzare eventi culturali e tradizioni tipiche dei mesi meno frequentati. Iniziative come le sagre d’autunno in Toscana o i festival natalizi in Umbria sono esempi virtuosi di come le regioni italiane stiano promuovendo la destagionalizzazione.

●       Regolamentazione e contingentamento: Paesi come il Bhutan hanno adottato modelli di turismo ad alto valore e basso impatto, imponendo tasse d’ ingresso significative. In Italia, l’introduzione di sistemi di prenotazione, per accedere a luoghi iconici come le Cinque Terre, rappresenta un primo passo nella giusta direzione.In alcune località, come Firenze, le autorità stanno valutando l’introduzione di ticket per l’ingresso al centro storico, destinando i ricavi alla manutenzione delle infrastrutture urbane e alla tutela del patrimonio culturale.

●       Educazione dei turisti: Una maggiore consapevolezza tra i viaggiatori è essenziale per ridurre l’impatto negativo del turismo. La città di Kyoto, in Giappone, ha introdotto una serie di regolamenti per gestire l’afflusso turistico, tra cui la riduzione del numero di autobus turistici autorizzati ad entrare nelle aree centrali della città. Inoltre, la città ha sviluppato percorsi alternativi per distribuire meglio i flussi turistici e ha lanciato campagne per sensibilizzare i turisti al rispetto delle tradizioni locali e alla riduzione dei rifiuti​. Progetti educativi come questo, sensibilizzano i visitatori sull’importanza di rispettare l’ambiente e le tradizioni locali. Inoltre, collaborazioni con influencer e blogger stanno contribuendo a diffondere messaggi di sostenibilità attraverso i social media.

●       Turismo rigenerativo: non solo ridurre al minimo l’impatto negativo sulle destinazioni turistiche, ma riparare e migliorare ciò che è stato danneggiato. L’obiettivo del turismo rigenerativo è far sì che i visitatori non siano solo consumatori di risorse, ma attori che contribuiscono attivamente alla rigenerazione delle destinazioni che visitano. In Costa Rica ad esempio, i turisti vengono coinvolti direttamente in progetti di riforestazione. In Kenya, i viaggiatori possono partecipare a progetti di conservazione della fauna, aiutando a monitorare i movimenti degli animali e a supportare la protezione di specie in via di estinzione, come i rinoceronti e i leoni. Nelle Hawaii, è possibile partecipare a programmi di protezione delle spiagge e dell’ecosistema marino, attraverso giornate di volontariato per la pulizia delle spiagge e la protezione delle tartarughe marine. Il turismo rigenerativo rappresenta una possibile opzione futura per quelle destinazioni che vogliono non solo preservare le proprie risorse, ma migliorarle attivamente. Coinvolgendo i turisti, collaborando con le comunità locali e adottando infrastrutture rigenerative, il turismo può diventare una forza positiva per l’ambiente e la società.

  1. Conclusioni e prospettive future

L’overtourism non è un fenomeno insormontabile, ma richiede un impegno collettivo e strategie mirate. Ridistribuire i flussi turistici, educare i visitatori e promuovere destinazioni alternative sono passi fondamentali per costruire un turismo sostenibile. L’Italia ha l’opportunità di diventare un modello globale, trasformando la sfida dell’overtourism in un’occasione per valorizzare il proprio straordinario patrimonio.

Guardando al futuro, è essenziale continuare a investire in infrastrutture sostenibili e campagne di sensibilizzazione. Solo attraverso una gestione equilibrata il turismo potrà continuare a essere una risorsa preziosa, capace di arricchire sia i viaggiatori che le comunità ospitanti. Con una visione chiara e un impegno condiviso, possiamo garantire che l’Italia rimanga una delle destinazioni più amate al mondo, senza compromettere la sua essenza unica.

Articolo Redatto a cura dell’ Osservatorio Turismo di Visit Italy

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