COMUNICATO STAMPA
Economia
21 maggio 2021
Assicurazioni: associazioni del Cncu bocciano bozza di decreto sull’Arbitro assicurativo
Assoutenti: arbitro è anche giocatore, ma nella squadra delle compagnie di assicurazioni. Non garantita imparzialità ad assicurati
Il Cncu (Consiglio Nazionale Consumatori e Utenti) ha bocciato con voto unanime la bozza di decreto istitutivo del cosiddetto “Arbitro assicurativo”, figura che si propone di migliorare il rapporto di fiducia tra compagnie, intermediari e assicurati, offrendo la possibilità di dirimere in modo rapido ed economico le controversie tra utenti e compagnie di assicurazioni.
Tra le associazioni più critiche verso il nuovo istituto dell’Arbitro Assicurativo c’è Assoutenti, che ha bocciato la bozza di decreto così come presentata alle associazioni.
“Siamo favorevoli all’istituzione di un arbitro in materia di assicurazioni, ma non possiamo accettare un organismo che sia al tempo stesso arbitro e giocatore nella squadra delle imprese assicuratrici, perché ciò mina le più basilari garanzie di imparzialità in favore degli assicurati – spiega il presidente Furio Truzzi – Le principali criticità del provvedimento risiedono nell’idea dell’Ivass di comporre il collegio giudicante da tre soggetti interni allo stesso organismo di vigilanza che, come noto, ha legami troppo stretti con la lobby delle assicurazioni. Bocciata anche la proposta di inserire il settore Rc auto tra le competenze dell’Arbitro, in quanto la materia non ha nulla a che vedere con i contratti assicurativi”.
“Proprio per garantire indipendenza e imparzialità ai consumatori, riteniamo che il nuovo istituto dell’Arbitro assicurativo debba essere collocato all’interno dell’Antitrust, che ha dimostrato maggiore autonomia rispetto al mondo delle imprese assicuratrici – prosegue Truzzi – Le proposte giunte dall’Ivass e bocciate dai consumatori, dimostrano ancora una volta la necessità di una radicale riforma della governance dell’Ivass, che deve diventare realmente un organismo terzo di vigilanza sulle assicurazioni, cosa che oggi, purtroppo, non è”.