A cura di Mdc Lazio (Fonte Agid)
La CIE sostituirà lo SPID?
In questi ultimi mesi, si è sentito parlare spesso di SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale) e CIE (Carta di Identità Elettronica) entrambe identità digitali che utilizziamo ogni giorno per accedere ai servizi della pubblica amministrazione e non solo.
Ma qual è la differenza tra SPID e CIE?
La CIE è il documento d’identità dei cittadini italiani, si tratta di una vera e propria tessera dotata di un microchip e contiene i dati personali e biometrici del titolare che ne permettono l’identificazione online.
Viene rilasciata dal comune di residenza e, con il tempo, andrà a sostituire completamente tutte le vecchie carte di identità cartacee.
Lo SPID invece è l’identità digitale riconosciuta dallo Stato, che viene rilasciata da diversi identity provider, anche privati. Per configurarlo basta l’e-mail e la password, che andranno confermate secondo le modalità stabilite da ogni identità provider (codice via sms, o impronte digitali tramite app specifica).
Ogni identità digitale, infatti, ha un “livello di sicurezza”, riconosciuto anche dall’Unione Europea, a seconda delle modalità con cui vengono rilasciate o delle informazioni necessarie per utilizzarla.
La carta d’identità elettronica al posto dello SPID: cosa cambierà?
Ad oggi, il governo vuole optare per la sostituzione dello SPID con la CIE; infatti, la carta d’identità elettronica permetterà l’accesso a tutta una serie di servizi, non soltanto forniti dalla pubblica amministrazione, diventando così “uno strumento digitale più semplice con il quale il cittadino può ancor più agevolmente accedere ai servizi in rete erogati dalle pubbliche amministrazioni e dai privati”.
L’obiettivo è quello di rilasciare la CIE da remoto in 24 ore a costo zero e poi fare una migrazione da SPID a CIE attraverso una «transizione negoziata» che coinvolga anche i gestori privati di identità digitali, in linea con le regole e gli standard europei. Inoltre, tra le novità introdotte dal provvedimento, l’accesso sarà regolato attraverso tre livelli di autenticazione informatica, corrispondenti a 1 (normale), 2 (significativo) 3 (elevato), per l’utilizzo in sicurezza della propria identità digitale in base alle richieste dei fornitori di servizi.
Come richiedere la CIE?
La Carta d’identità elettronica può essere richiesta alla scadenza della propria carta d’identità (a partire dal centottantesimo giorno dalla data di scadenza) o in seguito a smarrimento, furto o deterioramento presso il Comune di residenza o di dimora.
Per i Comuni che hanno attivato il servizio di prenotazione messo a disposizione sul portale del Ministero dell’Interno è possibile verificare online la disponibilità e fissare un appuntamento. Ove ciò non sarà possibile si dovrà contattare l’ufficio dedicato dell’amministrazione locale.
La CIE verrà spedita direttamente al cittadino che la riceverà, presso il recapito fornito al Comune, entro 6 giorni lavorativi dalla richiesta. La validità varia a seconda all’età del titolare ed è di:
- 3 anni per i minori di età inferiore a 3 anni;
- 5 anni per i minori di età compresa tra i 3 e i 18 anni;
- 10 anni per i maggiorenni.
Il rilascio della carta d’identità elettronica ha un costo fisso di 16,79 euro oltre ai diritti fissi e di segreteria, qualora previsti, stabiliti da ciascun Comune, comprese le spese di spedizione.
Il cittadino in possesso della CIE, che ha associato alla propria identità digitale un indirizzo di posta elettronica o un numero di telefonia mobile, potrà anche recuperare online il codice apposito (PUK), senza doversi recare allo sportello del Comune.
La CIE mantiene inoltre la funzionalità di potere firmare un documento digitale attraverso una firma elettronica avanzata (FEA) sia nel contesto della Pubblica Amministrazione che tra privati.
Altro aspetto di rilievo riguarda l’accesso ai servizi in rete da parte dei minorenni, che come chiarito dal Viminale sarà gestito dal CIEId Server in modo da agevolare il controllo genitoriale.
Questo cambiamento avrà luogo? Al momento una decisione ancora non è stata presa e quindi bisognerà aspettare le nuove valutazioni del governo per un’unica identità digitale.