Caro biglietti: gli sprechi di Mafia Capitale pesano sugli utenti

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ASSOCIAZIONE CONSUMATORI CODICI – ASSOUTENTI ROMA

Dal 1° gennaio scatteranno gli aumenti decisi dall’ATAC. Sarà un’ulteriore mazzata per chi è abituato a muoversi a Roma con i mezzi pubblici

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 Roma, 19 dicembre 2014 – Anno nuovo, tariffe nuove. In aumento, si intende. Il piano industriale 2015-19 varato ad ottobre dall’Atac, azienda del trasporto pubblico capitolino, ha in serbo una bella sorpresa per gli utenti: l’aumento del costo degli abbonamenti di circa il 12%. A partire dal 1° gennaio 2015, salirà così a 38 euro il mensile, rispetto agli attuali 35, e a 280 l’annuale, oggi a quota 250. E se consideriamo che molti utenti rinnovano proprio l’annuale nel mese di gennaio, per l’Atac si preannuncia un boom di incassi. 

Da questa revisione dei prezzi, per il momento si salva il biglietto a tempo, venduto a 1 euro e 50 centesimi, in virtù dell’aumento del 50% ratificato circa due anni fa. Ma i passeggeri devono mettersi l’animo in pace: l’aumento che porterà il Bit a 2 euro scatterà a partire dal 2017. Non si sa tuttavia se al lievitare del prezzo crescerà anche il tempo utile di utilizzo dello stesso ticket.

“Questi aumenti sono stati decisi a ottobre – commenta Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale CODICI – vale a dire circa due mesi prima che la procura di Roma rendesse nota l’indagine “Mafia Capitale. Cosa dovrebbero pensare gli utenti? Che le nuove tariffe sono state adottate per foraggiare quel meccanismo perverso e criminale denunciato dalle indagini? O meglio ancora che la revisione degli abbonamenti serva a tamponare la gestione di un servizio che fa acqua da tutte le parti? Mentre l’azienda accumula debito, giunto alla cifra record di 1,6 miliardi, la razionalizzazione delle linee, annunciata dal sindaco Marino e dall’assessore ai trasporti Improta come una rivoluzione, si è rivelata in alcune zone di Roma – vedi soprattutto il quadrante Nord – fallimentare. In tutta la città, le corse vengono ridotte per mancanza di personale o per l’usura dei mezzi”.

“La scarsa rilevanza data dai mezzi di informazione in tempi di crisi come questa è molto grave – dichiara Simona Costamagna, Presidente Assoutenti Roma -. I cittadini già gravati da tasse di ogni genere vedono la tredicesima andare in fumo. Ora dal prossimo anno dovranno mettere di nuovo le mani nel portafoglio per aiutare il Comune a risanare un’azienda sull’orlo del collasso, la cui responsabilità è da attribuire solo ed unicamente ad un’Amministrazione che negli ultimi dieci anni ha gestito a livello amministrativo e politico, l’Atac, dove clientelismo e sprechi la fanno da padrone, in modo del tutto improvvido e, viste le ultime vicende salite agli onori delle cronache, molto discrezionale. Quindi, se non c’è stato alcun efficientamento del servizio, se la Capitale è in fondo alla classifica europea per dotazione di linee metropolitane e trasporto su gomma (al penultimo posto per disponibilità di autobus tra le città metropolitane italiane, -9,5 per 10mila abitanti contro i 14,1 di Firenze) e, al contrario, il piano di rivisitazione della rete innescato da maggio a oggi ha visto 28 linee disattivate e oltre 70 tra razionalizzate, deviate, ridotte o aumentate, se i cittadini quotidianamente riescono sempre meno ad accedere ad un servizio di trasporto pubblico adeguato efficace ed efficiente per inadeguatezza manageriale ma soprattutto a causa dell’assenza di quell’etica politica che dovrebbe essere propria di un ente istituzionale, quale è il Comune di Roma, con quale coraggio chiedere agli utenti di pagare di più?”.

 

M. Elisabetta Gramolini

Ufficio Stampa

 

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