Bollette: scettici sull’ipotesi di un nuovo asse Meloni-Cingolani

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COMUNICATO STAMPA

Economia

 5 ottobre 2022

 

 

Bollette, Assoutenti: no a vecchie ricette. Meloni prosegua con decisione sulla strada della discontinuità per salvare famiglie e imprese

 

Nonostante 66,9 miliardi stanziati dal Governo per contrastare caro-energia (oltre 2.570 euro a famiglia), emergenza non risolta e destinata ad aggravarsi

 

 

Siamo fortemente contrari all’idea che il nuovo Governo prosegua nelle politiche energetiche, o meglio nelle “non politiche”, attuate dal Ministro Roberto Cingolani tuttora in carica, e siamo fiduciosi che Giorgia Meloni sceglierà di affrontare le emergenze in atto imboccando la strada della discontinuità, peraltro più volte invocata dalla stessa leader di FdI. Lo afferma Assoutenti, scettica sull’ipotesi di un nuovo asse Meloni-Cingolani.

“In questo momento di grave crisi c’è bisogno di una Italia più forte in una Europa debole che non riesce a trovare un punto d’incontro sull’energia – spiega il presidente Furio Truzzi – A distanza di un anno dallo scoppio dell’emergenza energetica il Governo in carica non è stato in grado di dare risposte concrete a famiglie e imprese, pur potendo adottare autonomamente misure come il disallineamento tra i prezzi di luce e gas che avrebbe contenuto gli effetti disastrosi che si sono rovesciati sulle bollette degli italiani”.

“I vari decreti di contrasto al caro-energia e all’inflazione sono costati complessivamente 66,9 miliardi di euro di soldi pubblici, l’equivalente di 2.570 euro a famiglia, e nonostante tutto le bollette di luce e gas sono schizzate alle stelle e proseguiranno ad aumentare anche nei prossimi mesi. Per questo il nuovo Governo deve dare un forte segnale di discontinuità con il passato, adottando quelle misure da tempo invocate dai consumatori, a partire dal “divorzio” tra prezzi del gas e prezzi della luce, blocco dei distacchi delle forniture energetiche per tutto il 2023, allineamento della fine del mercato tutelato per gas e luce, fondo di garanzia per le imprese e una profonda riforma dell’autorità di settore Arera, che nell’ultimo anno non ha saputo dare adeguate risposte alla crisi energetica” – conclude Truzzi.