COMUNICATO STAMPA
16 ottobre 2023
Genova, Assoutenti: a causa dell’inflazione una famiglia genovese spende 920 euro in più all’anno rispetto a un nucleo che vive a Potenza
Liguria regione più penalizzata sul fronte della crescita dei listini al dettaglio. Subito incontro con Mister Prezzi, Regione, Comune e Camera di Commercio
A causa dell’inflazione una famiglia residente a Genova spende in media 920 euro in più all’anno rispetto allo stesso nucleo residente a Potenza. Lo afferma Assoutenti, che ha rielaborato i dati diffusi oggi dall’Istat per capire le differenze tra le varie regioni d’Italia in termini di effetti del caro-prezzi.
“Genova è la città con l’inflazione più alta a settembre pari al +7,3% su base annua, equivalente ad una stangata da +1.590 euro annui a nucleo, mentre a Potenza si registra il tasso più basso, +3,4% (pari a +670 euro annui) – spiega il presidente Furio Truzzi – Questo significa che, considerata la spesa per consumi dei cittadini residenti, una famiglia che vive a Genova a causa della più elevata inflazione spende 920 euro all’anno in più rispetto alla stessa famiglia residente a Potenza”.
Il quadro non cambia a livello regionale: la Liguria è la regione italiana dove i prezzi crescono di più a settembre (+7,1%), la Basilicata quella con l’inflazione più bassa (+3,4%): considerata la spesa di una famiglia tipo, in Liguria la crescita più sostenuta dei prezzi produce una maggiore spesa da +807 euro annui rispetto a chi risiede in Basilicata – analizza Assoutenti.
“I dati Istat dimostrano in modo evidente come l’inflazione non sia “democratica” e non colpisca tutti i cittadini allo stesso modo: chi risiede in Liguria e nelle regioni del nord subisce prezzi che crescono a ritmo più sostenuto rispetto al Mezzogiorno, subendo una più forte perdita del potere d’acquisto. Per questo chiediamo oggi una riunione straordinaria a Genova con Mister Prezzi, Prefettura, Comune, Regione e Camera di Commercio, volta ad analizzare e approfondire l’anomalia ligure sul fronte dei prezzi al dettaglio” – conclude Truzzi.
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