Short Report Assoutenti
COVID19 & LUDOPATIA
- Gli effetti del COVID19 sulle abitudini al gioco degli italiani
- Gli italiani tentano il gioco per superare la crisi economica
- Durante il lockdown il 40% usciva per giocare in tabaccheria
- L’11% ha iniziato a giocare on line durante la chiusura
- 1,3 milioni i malati accertati
Oggi la ludopatia rappresenta una delle piaghe più pericolose del nostro tempo. Puntare denaro attraverso scommesse online, slot machine, gratta e vinci, ma anche lotto e superenalotto può creare una dipendenza simile a quella da stupefacenti, causando danni ingentissimi per i giocatori, per le famiglie e rivelandosi sempre più spesso anche anticamera dell’usura.
Il contesto economico
La pandemia e le misure di contenimento hanno spinto la maggior parte dei Paesi del mondo verso la recessione. L’Fmi e la Ce prevedono rispettivamente, per la fine del 2020 una contrazione del Pil Italiano del 12,8% e 11,2%. L’Ocse stima per il nostro Paese un incremento della disoccupazione fino al 12.4%.
Per quanto riguarda i dati sulla occupazione, tra febbraio e giugno 2020, circa mezzo milione di lavoratori ha perso il proprio posto di lavoro, nonostante lo stop ai licenziamenti ancora in vigore (fonte INPS); inoltre, secondo un sondaggio effettuato da Swg, ci sarebbero 90mila imprese già fallite a causa del coronavirus e altre 600mila a rischio.
Lo studio GAPS#iorestoacasa condotto tra aprile e maggio 2020 dall’Istituto di fisiologia clinica del Cnr di Pisa rileva il cambiamento dei comportamenti di gioco nel periodo di lockdown.
Gioco Fisico
È stata registrata una generale diminuzione del gioco fisico, con più del 35% dei giocatori che ha ridotto le puntate e quasi il 23% che ha smesso, mentre un intervistato su tre dichiara di aver aumentato le giocate online. Tra gli habitué del gioco fisico il 12% ha continuato anche durante l’isolamento e circa il 10% ha puntato sul web.
Risulta facile ipotizzare che la perdita di lavoro e di riferimenti solidi spinga parte della cittadinanza a cercare fortuna proprio nell’azzardo.
Tra i giocatori che hanno giocato on-site nel periodo di lockdown, la grande maggioranza riferisce di aver giocato al gratta e vinci (72,5%), seguono Superenalotto e Lotto. La maggioranza è uscita di casa da una a tre volte al mese per giocare, circa il 40% lo ha fatto una o più volte a settimana e l’8,5% quotidianamente, anche più volte. Se la maggior parte dei giocatori on-site ha speso non oltre i 10 euro durante l’intero periodo, il 26% ha speso tra gli 11 e i 200 euro, il 2,6% tra i 200 e i 500 euro e il 3,9% si è spinto oltre i 500 euro di spesa. Indipendentemente dai soldi spesi, ben il 45,7% dei giocatori on-site non ammette la perdita.
Gioco on line
Per quanto riguarda il gioco online, il 33,8% riporta di aver aumentato le occasioni di gioco, il 28,8% di non aver modificato le proprie abitudini e l’11,3% di aver iniziato in questa modalità proprio durante l’isolamento. Questi giocatori hanno preferito poker, slot machine virtuali e scommesse sportive online. Nei giocatori online la frequenza di gioco è maggiore: il 30,5% ha giocato una o più volte al giorno, altrettanti più volte a settimana, il 39% da una a quattro volte nel mese. La spesa online nel periodo in questione si rivela più consistente, con il 14,6% che riferisce di aver speso oltre 500 euro e l’11% tra i 200 e i 500 euro. Anche in questo caso il 44,2% non ammette di essere in perdita.
La spesa collettiva
Negli ultimi anni aveva già iniziato a verificarsi, a livello globale, un passaggio dal gioco offline a quello online. In Italia, la spesa totale nel mercato in rete è passata da 823 milioni di euro nel 2015 a 1.854 milioni nel 2019.
La crescita del gioco a distanza è coerente con tutti gli altri settori economici, in cui il mercato online è in aumento con una rapidità senza precedenti. In Italia, le versioni online di poker, carte, bingo e giochi da casinò sono aumentate di popolarità in modo significativo durante il lockdown.
1,3 milioni di malati accertati
Secondo i dati dell’Osservatorio nazionale (ISS-2019) i malati di ludopatia in Italia sono 1,3 milioni, con una vera e propria diagnosi accertata di dipendenza patologica.
La situazione attuale sta favorendo l’emersione problematica all’interno delle famiglie e può quindi diventare un’occasione per prenderne consapevolezza e coscienza.
In questo contesto le richieste di aiuto alle associazioni dei consumatori sono aumentate, soprattutto per quanto concerne la gestione delle difficoltà economiche e debitorie, per le segnalazioni ai SIC – sistemi di informazione creditizia e le relative pratiche necessarie alla cancellazione dalla banche dati dei così detti ‘elenchi dei cattivi pagatori’.
Dati elaborati da ASSOUTENTI NAZIONALE su fonti:
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Fondo monetario internazionale
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SWG
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Istituto Superiore Sanità
Revisionato il, 1 marzo 2021
Assoutenti Nazionale