Obsolescenza programmata: il Presidente dell’Antitrust sul disegno di legge

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Sul disegno di legge 615 per il contrasto dell’obsolescenza programmata dei beni di consumo, in esame al Senato, si è pronunciato in una recente audizione in Commissione Industria, Roberto Rustichelli, presidente dell’Antitrust.

L’impatto dell’obsolescenza sulla spesa pubblica

Secondo Rustichelli, l’esaurimento programmato del funzionamento dei beni di consumo ha un “rilevante impatto” non solo sui diritti dei consumatori e sulla sostenibilità ambientale (per l’aumento rifiuti), ma anche sulla spesa pubblica, visto che ad acquistare questi beni è anche la Pubblica amministrazione. Rustichelli ha indicato la necessità di inserire nel disegno di legge una norma ad hoc sugli acquisti della P.a., visti i “rilevanti danni” che l’acquirente pubblico può subire.

Che cosa propone il ddl sull’obsolescenza

Il Garante ha espresso “apprezzamento” per il disegno di legge, che mette l’Italia “in linea” con Paesi “con legislazione più avanzata” come la Francia, evidenziando alcuni aspetti da migliorare.

Bene l’introduzione di una sanzione penale (“adeguata a colpire il disvalore insito in tali condotte e proporzionata alla rilevanza degli interessi lesi”), ma vi sarebbero alcune “criticità” da superare perché si possono configurare “profili di incostituzionalità”: Rustichelli ha indicato ad esempio “l’incertezza sugli effettivi destinatari della norma penale” e la necessità di eliminare alcuni dei comportamenti punibili.

Secondo l’Autorità, la nuova disciplina avrebbe il merito di garantire una maggiore tutela del consumatore. Il ddl prevede infatti di rafforzare gli obblighi informativi circa la “durata di vita dei prodotti e dei servizi” (la “durata presumibile del prodotto” dovrà essere sempre chiaramente riportata sulle confezioni) oltre a vietare ai produttori di “mettere in atto tecniche che possano portare all’obsolescenza programmata dei beni di consumo”.

L’Autorità nel suo discorso alla Commissione ha indicato tra gli aspetti da migliorare anche quello della urata della garanzia legale (4 anni per i beni di piccole dimensioni e 8 anni per i beni di grandi dimensioni): la proposta del ddl non terrebbe conto della varietà dei prodotti, del loro diverso tasso di utilizzo e della diversa evoluzione tecnologica.