Scarpe e tessili non originali: nuove regole per etichetta anti contraffazione

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Riconoscere le scarpe tarocche, e in generale tutto quanto viene contraffatto, non è cosa facile, si sa. Ma da gennaio è in vigore una nuova normativa (decreto legislativo 190 del 2017) che aiuta a fare chiarezza su che cosa è originale e che cosa non lo è, oltre a prevedere sanzioni severe per chi non rispetta le regole. Guerra al falso, alla contraffazione.

Il decreto, sulla base di alcune disposizioni europee, impedisce al fabbricante o all’importatore di mettere sul mercato calzature o prodotti tessili privi di etichetta o con etichetta diversa dalla reale composizione dell’articolo. A difesa dei marchi originali.

Come riconoscere i falsi? Ci sono le etichette

Non potremo più fidarci quindi di scarpe o tessili senza etichetta, ma non solo: la norma ora richiede che nelle etichette e nei contrassegni sia utilizzata la lingua ufficiale dello Stato in cui i prodotti sono messi a disposizione del consumatore, oltre al nome e all’indirizzo per esteso dell’azienda produttrice. Nessuna fiducia, dunque, nemmeno per i prodotti con etichette che utilizzano un’altra lingua.

In particolare per le calzature, diventa più stringente l’obbligo di identificare la composizione della tomaia, del rivestimento e delle suole.

Il decreto entrato in vigore prevede multe fino a 20.000 euro e attribuisce responsabilità diretta (e conseguenti sanzioni) a chi effettivamente si occupa di etichettare i prodotti, e quindi a fabbricanti, importatori e distributori.

Un altro passo avanti nella lotta alla contraffazione, che insieme a tante altre associazioni dei consumatori, Assoutenti porta avanti con il progetto del MISE Io Sono Originale.