Lettera all’Assessore alla Mobilità del Comune di Roma Improta

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Questa Associazione chiede un colloquio in merito alle decisioni concernenti le modifiche alla rete del trasporto pubblico, sotto un duplice profilo:

1) Necessità di consultare le associazioni degli utenti prima di assumere decisioni. Si intende da attivare quando la proposta è in fase di elaborazione e non è ancora decisa, evitando che la consultazione si risolva in una sterile presentazione di decisioni già prese ed immodificabili. Il modello virtuoso di riferimento è la riforma della rete di superficie in occasione dell’apertura della metro B1, quando tale consultazione fu effettuata, ed alcune nostre richieste furono accolte. Si richiede anche per modifiche di molto minori dimensioni, possibilmente in forme semplificate, senza bisogno di ricorrere a colossali assemblee di quartiere (potrebbe bastare al limite uno scambio di email).

2) Modifiche decise da soggetti diversi da quelli preposti alla pianificazione della rete. Si tratta di situazioni incontrollabili in cui le modifiche, anche con effetti parecchio negativi o devastanti, vengono imposte in via collaterale da decisioni prese dai più disparati soggetti e non aventi direttamente ad oggetto il trasporto pubblico.

Al riguardo citiamo ad esempio due recentissimi casi, peraltro nella stessa zona e talmente correlati tra di loro che preferiamo considerarli come caso unitario.

Non è ammissibile che modifiche della rete del trasporto pubblico vengano decise in soliloquio dal progettista di un parcheggio sotterraneo, inevitabilmente in assenza di qualsiasi confronto. Eppure è quello che è avvenuto a Piazza Cavour.

Nella nuova sistemazione della piazza le aree per i capilinea non sono state prese neppure in considerazione, non ci hanno proprio pensato; e neppure i percorsi di ritorno per l’inversione di marcia.

Ci risulta che i parcheggi sotterranei, specie in aree centrali, avrebbero lo scopo principale di liberare spazio in superficie per il trasporto pubblico. Invece qui è accaduto il contrario, il trasporto pubblico è stato sfrattato per fare posto alle auto private.

Tale situazione ha imposto improvvise deviazioni provvisorie, divenute poi definitive quando è stato evidente che una sistemazione razionale delle linee era stata irrimediabilmente compromessa. Un disastro derivato da una mancata considerazione del trasporto pubblico da parte di soggetto estraneo allo stesso.

A pochi metri di distanza il 17 luglio scorso è improvvisamente spuntato un senso unico in Via Terenzio e Via Fabio Massimo, strade già percorse dal trasporto pubblico fin dal 1915.

Questa decisione è stata presa dal XVII Municipio (ora I), che ha fatto esclusivamente gli interessi degli automobilisti non residenti (peraltro danneggiando i residenti, costretti a fare il giro dell’oca per tornare a casa) e non ha tenuto la minima considerazione per gli utenti del trasporto pubblico, non li ha nemmeno pensati. Inutile che ora dicano di avere consultato non si sa chi né quando, le associazioni degli utenti non sono state affatto consultate, punto. E a quanto ci risulta anche l’Agenzia per la Mobilità era all’oscuro.

La linea tramviaria che percorreva Via Terenzio e Via Fabio Massimo era stata temporaneamente sospesa per le Olimpiadi e avrebbe dovuto essere ripristinata al termine del Giochi. Il che, come è noto, non è avvenuto. Tale sospensione, tuttora perdurante, viene comunemente ritenuta abusiva.

Gli autobus che percorrevano l’itinerario furono sottoposti a deviazioni per i cantieri della metro A (per la costruzione della linea prima, per il prolungamento a Battistini poi). Nonostante i lavori siano terminati nel Giubileo, si era ancora in attesa del ripristino delle linee 982 e 990.

A questo si aggiunge il fatto nuovo di ricercare possibili soluzioni con il duplice scopo di ripristinare i bus sull’itinerario e di ricollocare le linee sfrattate da Piazza Cavour: prolungamento a Via C.A. Dalla Chiesa delle linee 87 (anziché fare il doppione di altre linee esistenti su itinerario già saturo) e 926 (per eliminare un gravissimo inconveniente: una linea che ritorna indietro nella stessa direzione di provenienza è una assurdità colossale tale da produrre una confusione spaventosa).

Il tutto è stato completamente ignorato dal Municipio.

Il modello virtuoso sopra citato va a maggior ragione applicato al fine di evitare danni collaterali. Ogni modifica della viabilità che imponga di fatto modifiche della rete deve presupporre il previo coinvolgimento degli organismi preposti alla rete (Agenzia per la Mobilità) e una particolarmente intensa consultazione delle Associazioni degli Utenti.

(Abbiamo avuto sentore di nuovi disastri a Piazza dei Gerani e a Via Barletta. Evitiamoli alla radice).