Lettera delle associazioni dei consumatori al Garante della privacy per realizzare una effettiva tutela dei cittadini
Il Registro delle opposizioni è stato istituito 2 anni fa (Dpr n. 178 del 2010 ): nell’intenzione dei suoi promotori, questo strumento avrebbe dovuto consentire di risolvere il problema delle c.d. “telefonate indesiderate” da parte di aziende che offrono i loro prodotti e servizi, a tutte le ore del giorno.
Le Associazioni dei consumatori avevano espresso sin dall’inizio profonde perplessità sulla disciplina, sostenendo che la logica era sbagliata: sarebbe bastato prevedere l’iscrizione ad un Registro solo coloro che fossero interessati a ricevere telefonate al proprio domicilio anziché il contrario.
L’esperienza concreta ha rafforzato i nostri dubbi; l’interesse dei cittadini per uno strumento che garantisca effettivamente la privacy è elevatissimo (oltre un milione di iscritti, nonostante la scarsa pubblicità realizzata) ma i risultati sono deludenti: continuiamo infatti a ricevere segnalazioni da parte di tanti cittadini, i quali lamentano di ricevere telefonate nonostante risultino iscritti al Registro.
Per queste ragioni 9 associazioni dei consumatori (Adoc, Adiconsum, Assoutenti, Cittadinanzattiva, Codacons, Codici, Federconsumatori, Movimento Difesa del Cittadino, Unione Nazionale Consumatori) ha scritto una lettera al nuovo Garante per la protezione dei dati personale (l’intero Collegio è stato recentemente rinnovato) per sollecitare un intervento a tutela della privacy, minacciata da un’incontrollata attività di teleselling svolta da molte aziende di diversi settori produttivi.
Nei mesi scorsi il precedente Presidente, Francesco Pizzetti, aveva espresso posizioni critiche nei confronti del Registro delle opposizioni ed il suo concreto funzionamento, preannunziando un’attenta attività ispettiva e sanzionatoria degli abusi in questo campo. Ad oggi, non sono ancora noti i risultati di tale monitoraggio e i provvedimenti finora assunti dall’Autorità non si sono rilevati efficaci per contrastare il fenomeno del “telemarketing selvaggio”. Riteniamo essenziale avere dati certi sul fenomeno dell’attività di telemarketing illegale e avviare una seria discussione sulle modifiche alla disciplina vigente, che consente facilmente ad operatori di eludere la legge, soprattutto perché l’iscrizione al Registro non preclude l’utilizzo delle liste con dati raccolti autonomamente da singole aziende, spesso senza una corretta informazione dei cittadini.
6 luglio 2012