L’Antitrust sanziona la società per pratica commerciale scorretta
Il 28 aprile 2011 l’Autorità garante della concorrenza ha esaminato la campagna pubblicitaria realizzata nel 2009 e 2010 da Ecogenia (società che produce e distribuisce apparecchiature per il trattamento domestico dell’acqua potabile) attraverso internet, brochure e video 1.
I messaggi pubblicitari in questione, al fine di promuovere l’acquisto dei “depuratori d’acqua ad osmosi inversa” (linea Aqualife) contenevano informazioni inesatte ed allarmistiche sulle conseguenze negative per la salute umana derivanti dall’utilizzo dell’acqua del rubinetto e di quella confezionata in bottiglia.
Ad esempio, nel video si faceva riferimento a numerose sostanze pericolose presenti nell’acqua di rubinetto (“tetracloruro di carbonio, composto che causa complicazioni renali; il dicloroetano, liquido usato come solvente insetticida; il tetracloroetilene, usato come solvente nell’industria di pulitura a secco; il lindano, un potente pesticida; il cloro, che non è altro che candeggina” etc), ponendo questa domanda: “fareste mai bere al vostro bambino dell’acqua all’interno della quale avete messo della candeggina?”) ed evidenziando i pericoli cui si va incontro: “Purtroppo la realtà è questa: dal rubinetto di casa nostra scende un’autentica zuppa di prodotti chimici con una quantità di circa 65.000 composti organici cancerogeni conosciuti quali cause di effetti generici”.
Analoghi problemi si incontrano con l’acqua minerale: “anche le acque minerali vengono prese dalle falde acquifere e, se queste sono inquinate, in maggior o minor misura, lo sono anche le acque minerali”.
L’unica soluzione sarebbe pertanto rappresentata dagli apparecchi ad osmosi inversa che consentirebbero di espellere le “impurità” e di ottenere “acqua pura”.
L’Antitrust ha contestato la correttezza di questi messaggi, che forniscono un quadro inesatto della qualità dell’acqua del rubinetto, che è soggetta al costante controllo delle aziende sanitarie locali e delle altre autorità, cui spetta il compito di verificare il rispetto delle caratteristiche di potabilità previste dalla normativa vigente e di adottare i provvedimenti cautelari necessari in presenza di microorganismi, parassiti o altre sostanze nocive (come avvenuto ad esempio per l’acqua di alcune province di Trento e Bolzano, Lombardia, Toscana e Lazio che presentavano valori di arsenico superiori a quelli ammissibili). Le informazioni di Ecogenia inducono il cittadino a credere che l’acqua del rubinetto sia sempre pericolosa per la salute, indipendentemente dalla località: e tutto ciò al fine di avvalorare la tesi dell’”indispensabilità” di questi prodotti al fine di non correre rischi per la salute.
Considerazioni analoghe valgono anche per le acque minerali in bottiglia, anch’esse soggette al controllo delle autorità sanitarie e ad autorizzazione da parte delle regioni, al fine di evitare ogni possibile caso di inquinamento.
In conclusione, l’Agcm ha stabilito una sanzione di 50.000 euro.
Se sei interessato ad un altro caso di pubblicità ingannevole riguardante i depuratori d’acqua leggi questa scheda di Assoutenti .
17 maggio 2011