Pubblicità ingannevole e pratiche commerciali scorrette, sono il tema della tavola rotonda che Unione Nazionale Consumatori e Assoutenti hanno organizzato nell’ambito del progetto “Occhi Aperti!” finanziato dal Ministero dello Sviluppo Economico e che si è svolta a Roma il 25 novembre scorso.
Nell’ottica di informare i cittadini e creare uno spunto di discussione su una tematica attuale e sicuramente interessante per i cittadini-consumatori che quotidianamente hanno a che fare con questo fenomeno ormai troppo diffuso, verranno proiettati dei ‘contro-spot’ che ripropongono pubblicità dichiarate ingannevoli dall’Autorità Garante della Concorrenza e Mercato.
La Tavola rotonda è stata moderata da Anna Bartolini e ha visto tra i partecipanti esponenti del mondo consumeristico, pubblicitario, delle imprese e delle associazioni di categoria.
Giustino Trincia – Segretario generale Consumers' Forum
“Le analisi e le proposte che sono oggetto di questo convegno, riguardano un problema di straordinaria attualità come quello della pratiche commerciali scorrette e costituiscono un prezioso contributo a coloro che dal lato della tutela dei consumatori, della produzione e della distribuzione si stanno adoperando da anni per promuovere una concorrenza basata su solidi principi etici, in grado cioè di coniugare le esigenze del mercato con la tutela dei diritti dei consumatori. Sta qui l'importanza e l'apprezzamento un'associazione come Consumers' Forum che è soprattutto un luogo d'incontro e di dialogo tra le Imprese e le Associazioni dei consumatori, può esprimere alle Associazioni che stanno realizzando il progetto Occhi Aperti, nella speranza che pure le Istituzioni pubbliche sappiano tradurre questi stimoli in adeguate e tempestive misure d'intervento”.
Mario Finzi – Presidente di Assoutenti
“Il fenomeno della pubblicità ingannevole, nonostante l’azione dell’Antitrust, non accenna a diminuire e colpisce i consumatori in modo sempre più subdolo. Il sistema sanzionatorio appare inadeguato e dovrebbe essere reso più dissuasivo, sia con l’aumento dei massimi delle sanzioni pecuniarie, sia con l’introduzione di nuovi strumenti repressivi. In particolare si dovrebbe colpire l’immagine delle imprese che adottano pratiche commerciali scorrette costringendole, a loro spese, a rendere comunicazioni sulle sentenze dell’Antitrust e rendendo note le ragioni di ingannevolezza delle loro campagne pubblicitarie, in modo che i consumatori le ricevano con gli stessi canali di informazione con i quali è stata diffusa la pubblicità. Sul patrimonio di immagine più che su quello finanziario si deve colpire le imprese scorrette
In un periodo di crisi per le imprese e per i consumatori la correttezza della informazione pubblicitaria è una imprescindibile esigenza del mercato e deve essere perseguita sia dalle imprese che dai consumatori, e dalle loro associazioni, con comportamenti non rinunciatari, informando l’Antitrust con denunce tempestive e circostanziate”.
Mariano Bella – Direttore Ufficio Studi Confcommercio
“Le pratiche commerciali scorrette non possono e non devono essere tollerate. Esse modificano (o sono suscettibili di modificare) le scelte dei consumatori – soggetto del sistema di protezione della Direttiva 2005/29 – i quali ricevono segnali distorti e, di conseguenza, risulterebbero distorte, rispetto agli esiti ottimali dell’agire regolare delle forze competitive, le configurazioni dei rendimenti dei fattori produttivi e degli investimenti. Benessere e crescita potenziale ne risulterebbero gravemente frustrati.
Le pratiche commerciali scorrette possono creare un piccolo danno a molti consumatori – il che implica la necessità di forme di protezione e prevenzione codificate – e danneggiano molto un piccolo numero di imprese che correttamente e sullo specifico segmento competono. Di queste è in gioco direttamente la sopravvivenza, con i costi accessori gravanti su una pluralità di stakeholders.
Una regolamentazione è, quindi, necessaria. Ma deve essere non ideologica, chiara, e di reale applicabilità. La protezione dei consumatori quasi sempre coincide con la tutela del principale bene pubblico di cui dispongono le più avanzate economie, cioè il mercato. E a tutti gli attori del mercato deve essere indirizzata l’attenzione finalizzata alla produzione di buone regole di comportamento. L’implementazione della Direttiva e la legislazione nazionale deve dunque tenere conto che costruire la maggior parte della regolamentazione sull’anello visibile, sul più visibile, della struttura produttiva, cioè il commercio, rischierebbe di minare alla base l’efficacia delle stesse regole”.
Alberto De Martini – pubblicitario e scrittore
“L’incontro organizzato in occasione del convegno ‘Occhi aperti!, pratiche commerciali scorrette’ è una preziosa occasione per mettere in comunicazione diretta due entità, consumatori e comunicazione d'impresa, che normalmente si parlano solo attraverso la pubblicità.
Una opportunità, quindi, per svelare alcune leve di persuasione che a noi del mestiere sono familiari, ma che la quasi totalità dei nostri target ignora completamente, a cominciare dal valore della marca: stabilire i contorni di quel supplemento immateriale che noi paghiamo alla cassa in termini di: certezza di qualità, senso e dichiarazione di appartenenza, ma anche intrattenimento (paghiamo il nostro piacere di fruire della pubblicità, come un biglietto al cinema, o un ordine di pay per view) e persino ‘partecipazione’, derivante dalla conclamata rivoluzione digitale che mette il potere (di comunicare) nelle mani di chi non l'aveva, il consumatore, per l'appunto”.
Vincenzo Guggino – Segretario Generale I.A.P. Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria
“In ogni paese europeo vi è un sistema di autodisciplina. Infatti la comunicazione commerciale necessita in primis da parte di quelli che la esercitano una grande vigilanza, sia perché utilizza un’argomentazione di parte, sia perché usa mass media potenti.
In ogni paese democratico, dove si producono e diffondono messaggi pubblicitari, abbiamo assistito alla creazione e allo sviluppo di una autodisciplina professionale con tre caratteristiche comuni: codici di condotta definiti dagli operatori; un organismo indipendente competente e imparziale, come lo IAP in Italia, per farli rispettare; e decisioni efficaci contro le campagne ritenute non conformi ai codici.
In Italia ben l’80% dei provvedimenti assunti dall’Autodisciplina pubblicitaria sono provvedimenti a tutela del pubblico dei consumatori e dei cittadini.
E’ molto importante quindi informare il pubblico di quanto possa essere utile l’autodisciplina della pubblicità, un pubblico che non è ancora abbastanza consapevole di essere protetto da regole professionali numerose ed efficaci e che può indirizzarsi ad un organismo specializzato, competente e imparziale come lo IAP, senza formalità e senza costi”.
Paolo Saba – Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato
“Credo che la giornata di oggi sia un’importante occasione per confrontarsi su un tema essenziale quale la correttezza dei comportamenti commerciali delle aziende. Le migliaia di denunce che riceviamo ogni anno dimostrano da un lato un’accresciuta consapevolezza dei consumatori sui diritti loro riconosciuti dall’ordinamento, dall’altro l’esigenza di uno sforzo maggiore da parte delle imprese. L’Antitrust è fortemente impegnata nella repressione delle pratiche commerciali scorrette perché rappresentano una patologia del mercato: quando un consumatore è indotto da un’informazione poco chiara o addirittura falsa ad assumere un comportamento che altrimenti non avrebbe assunto, viene violata la libertà di scelta che è uno dei pilastri fondanti del libero mercato. Per questo, da quando è entrata in vigore la nuova disciplina sulle pratiche commerciali scorrette, abbiamo utilizzato tutti gli strumenti previsti: sanzioni, provvedimenti sospensivi, moral suasion, chiusura delle istruttorie a seguito di accettazione di impegni vincolanti proposti dal professionista. Si tratta di una policy che conferma la volontà dell’Antitrust di non sottrarsi al confronto con le aziende, a patto che questo confronto non sia pregiudizievole dei diritti dei consumatori”.
Massimiliano Dona – Segretario generale Unione Nazionale Consumatori
“Può sembrare incredibile che alle soglie del terzo millennio qualcuno ancora creda alle lusinghe
della pubblicità, al marketing che annuncia 'la vincita di un premio', alle promozioni, agli sconti, al sottocosto usato come specchietto per le allodole! Può sembrare incredibile, ma sono situazioni che esercitano ancora un fascino nel catturare l'attenzione di consumatori evidentemente non sufficientemente pronti a restituire al mittente simili rudimentali strumenti di marketing.
Quest'incontro rappresenta una buona occasione per confrontarsi, alla presenza di autorevoli personalità ed esperti del settore, su un fenomeno tanto delicato come quello della pubblicità ingannevole e delle pratiche commerciali scorrette che, nonostante l'ammirevole attività dell'Antitrust, non accenna a diminuire.
Se è vero che una delle più antiche definizioni di consumatore lo individua in ‘qualcuno che crede alla pubblicità’, è pur vero che il moderno mercato, con le molte lusinghe che raggiungono il pubblico anche grazie alle nuove tecnologie impone una nuova presa di coscienza. Senza dimenticare che i bilanci familiari sono sempre più spesso aggrediti da consumi voluttuari indotti dall'invadenza della pubblicità”.
Ufficio stampa Assoutenti
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Ufficio stampa Unione Nazionale Consumatori
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